7.10.09

Vanessa Beecroft

Vanessa Beecroft è nata a Genova il 25 aprile 1969. Attualmente vive a New York. È considerata una delle artiste più innovative e accreditate nel panorama contemporaneo internazionale. Di madre italiana e padre inglese, ha trascorso parte della sua infanzia a Malcesine (sul lago di Garda).Tornata a Genova, dopo aver frequentato il Liceo Artistico del capoluogo ligure ed essersi diplomata all'Accademia Linguistica di Belle Arti, segue i corsi di spettacolo dell'Associazione "La Chiave" di Campopisano diretta da Mimmo Chianese; si iscrive alla facoltà di architettura, per poi trasferirsi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove si diploma nel 1993. Attualmente vive a lavora a New York, che l'artista stessa definisce «il primo paese in cui mi sono sentita a casa». La scelta espressiva della Beecroft matura fin da giovanissima è stata quella di pensare e realizzare performance, utilizzando il corpo di giovani donne più o meno nude, questo straordinario materiale umano viene mosso secondo precise coreografie come su una scacchiera invisibile, con opportuni commenti musicali o con lo studiato variare delle luci. Ciascuna delle partecipanti deve attenersi con scrupolo a una serie di precise e inderogabili norme che l'artista impone prima di ciascuna azione, per comporre dei veri e propri "quadri viventi", esposte in gallerie e musei di arte contemporanea. L'artista pone al centro della propria riflessione i temi dello sguardo, del desiderio e del volubile mondo della moda. Private di ogni possibilità di dialogo o di relazione, esse appaiono congelate al di là di un'invisibile barriera. Al tempo stesso il loro mutismo e il loro totale isolamento producono lo strano effetto di far rimbalzare lo sguardo di chi guarda su sé stesso, trovandosi in una situazione di disagio.La sua prima performance è stata tenuta presso la galleria di Luciano Inga Pin di Milano. Segnalata da Giacinto Di Pietrantonio, ha tenuto la sua prima mostra personale nel 1994 presso la Galleria Fac-Simile a Milano dove esponeva il suo compagno Miltos Manetas. Nella sua ricerca artistica, la Beecroft affianca la videoperfomance a fotografie di grande formato, fondendo la fluidità del video alla rassicurante staticità temporale dell’immagine fotografica. Il risultato è un susseguirsi di quadri viventi vivississimi nei particolari, pieni di pathos simbolico, misticismo e suggestioni visionarie. La Beecroft rivela il suo solido talento fin dagli esordi, con il suo primo lavoro: un "diario performato”, intitolato Libro del cibo, basato sull’elenco di ogni cibo ingerito dall’artista in otto anni (dal 1985 al 1993), a testimonianza di una lotta personale contro la bulimia. All’inaugurazione della mostra invita trenta studentesse, con caratteristiche fisiche molto simili tra loro, e le invita ad indossare abiti ed indumenti intimi del suo guardaroba personale. Da allora, la presenza di corpi nudi di giovani donne, che l’artista enfatizza e carica di valenze simboliche, diventa il fil rouge che attraversa la sua produzione artistica. Il corpo smette di essere corpo e diventa uno strumento per indagare tematiche forti come le malattie umane, gli stereotipi del sistema della moda, il fascino oscuro della guerra, il desiderio, la religione, i cicli vitali della donna e la forza primordiale che si annida nella sua natura. In una delle sue recenti videperformance, realizzata al Tepidarium del Giardino dell’Orticultura di Firenze, l’artista ha disposto 21 modelle, dalle chiome fluenti o quasi calve, su un cumulo di terra scura ed umida.

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